Calamitosus est animus futuri anxius
(Seneca)

mercoledì 1 luglio 2015

A l'aire claro ò visto pioggia dare


A l'aire claro ò visto pioggia dare
ed a lo scuro rendere clarore
e foco arzente ghiacchia diventare
e freda neve rendere calore.
E dolzi cose molto amareare
e de l'amare rendere dolzore...




Jacopo Da Lentini in tale poesia parlava dell'amore, ma ciò non toglie che esaa s'adatti a ben diverse situazioni; che s'adatti alla mia vita, ad esempio.
A questa vita che non mi ha reso quel che ha promesso allor, che mi ha ferito laddove pensavo non potesse, intaccando ciò in cui il mio sentimento era più  forte, la mia fiducia priva di sospetto. Questa vita che, tuttavia, mi ha sorpreso, consolandomi di ciò che si è fatto pioggia, ghiaccio e amaro, facendo sì che trovassi inaspettatamente conforto, che nell'amarezza scorgessi un retrogusto delicato e dolciastro. 
Che differenza v'è tra le righe d'un tempo e quelle odierne, quanto desidererei abbandonare questa valle di lacrime e tornare al dilettoso monte ch'è principio e cagion di tutta gioia!
La mia consolazione sta nel fatto che, per continuare con le citazioni, hic dolor olim mihi proderit -come diceva Ovidio- o ancora la nube nel giorno più nera è quella che vedo più rosa nell'ultima sera, a quanto dice Pascoli.
Forse, più semplicemente, questo umor cupo passerà, questo anno, mano a mano, si farà nella mia mente più sfocato e finirà per non procurarmi più dolore. 

2 commenti:

Saper di esser letta è per me fonte di gioia!