"Il loro cuore è mite, e l'animo paziente. Secoli di rassegnazione pesano
sulle loro schiene, e il senso della vanità delle cose, e della potenza
del destino. Ma quando, dopo infinite sopportazioni, si tocca il fondo
del loro essere, e si muove un senso elementare di giustizia e di
difesa, allora la loro rivolta è senza limiti, e non può conoscere
misura. È una rivolta disumana, che parte dalla morte e non conosce che
la morte, dove la ferocia nasce dalla disperazione. I briganti
difendevano, senza ragione e senza speranza, la libertà e la vita dei
contadini, contro lo Stato, contro tutti gli Stati. Per loro sventura si
trovarono ad essere inconsapevoli strumenti di quella Storia che si
svolgeva fuori di loro, contro di loro; a difendere la causa cattiva, e
furono sterminati. Ma, col brigantaggio, la civiltà contadina difendeva
la propria natura, contro quell'altra civiltà che le sta contro e che,
senza comprenderla, eternamente la assoggetta: perciò, istintivamente, i
contadini vedono nei briganti i loro eroi. La civiltà contadina è una
civiltà senza Stato, e senza esercito: le sue guerre non possono essere
che questi scoppi di rivolta; e sono sempre, per forza, delle disperate
sconfitte; ma essa continua tuttavia, eternamente, la sua vita, e dà ai
vincitori i frutti della terra, ed impone le sue misure, i suoi dèi
terrestri, e il suo linguaggio."
Nessun commento:
Posta un commento
Saper di esser letta è per me fonte di gioia!