Come all’amore, come all’amore” ripetè intanto il ragazzo e quel
ripetere prese quasi il ritmo di una litania ossessiva che occupava il
tempo, stringeva le parole tra loro, le univa e le sintetizzava in un
unico grido: “Come all’amore, come all’amore” urlò… Le braccia
spalancate, la testa rivolta all’insù, il giovane cominciò la sua danza
sfrenata fatta di ghirigori e salti, una danza impazzita punteggiata
dall’urlo della parola che aveva appena creato, con la quale aveva
affrontato la paura, finalmente matto e saggio, rapito dalla felicità
dell’amore che cambiava le regole della guerra e la scacciava
Nessun commento:
Posta un commento
Saper di esser letta è per me fonte di gioia!